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Risultati per: raggi

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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

515653
Venanzio Giuseppe Sella 50 occorrenze
  • 1863
  • Tipografia G.B. Paravia e Comp.
  • Torino
  • Fotografia
  • UNIPIEMONTE
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Plico del fotografo: trattato teorico-pratico di fotografia

Propagazione della luce. La luce si propaga in linea retta. Se si introduce in una camera oscura un fascio di raggi solari, si vedrà che il

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I raggi o pennelli che partono da un punto luminoso sono rettilinei, e divergenti, cioè si allontanano sempre più gli uni dagli altri. Quando i raggi

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Pennello luminoso dicesi una riunione di molti raggi luminosi, mentre dicesi fascio luminoso la riunione di molti pennelli luminosi emessi da una

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Sia o il punto luminoso, b la prima sfera illuminata, c la seconda, d la terza sfera; siano i raggi di queste tre sfere nel rapporto di 1 a 2 a 4. La

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Sia A il punto luminoso, i raggi o pennelli divergenti, che partono da esso, incontrano lo specchio in b c, e vengono riflessi regolarmente verso l

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tangenti alla superficie curva, per cui, quando un fascio di raggi parallelo all’asse viene ad incontrare uno specchio concavo, la superficie riflettente

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Il foco, ossia il punto di riunione di tutti i raggi riflessi da uno specchio sferico, presentato a raggi paralleli non è un punto geometrico, ma una

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Il punto l, in cui vanno ad incontrarsi i raggi riflessi dello specchio, chiamasi foco coniugato, per indicare la connessione tra i punti l ed L

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Portando la candela nel centro di curvatura C gli angoli di incidenza e di riflessione dei raggi sono nulli, l’immagine della candela coincide colla

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Ci rimarrebbe a parlare degli specchi parabolici, che sono capaci di concentrare i raggi paralleli in un punto unico perchè vanno esenti dal difetto

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avanti allo specchio, ma dietro di esso. Ciò succede perchè i raggi riflessi dello specchio sono divergenti relativamente all’asse, epperciò non

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Presentiamo una forte lastra di vetro mn a facce parallele ad un fascio di raggi propagantesi nella direzione di RA, direzione obliqua relativamente

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Misura della rifrazione della luce. La quantità della rifrazione in uno stesso mezzo è relativa all’obliquità, con coi i raggi arrivano alla

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Da questo modo di agire del prisma si capisce facilmente come operino le lenti convesse, le quali rendono convergenti i raggi luminosi, e come

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composta di raggi di diverso colore diversamente rifrangibili. Il prisma ci fa così conoscere la composizione della luce, il che non è dato ad un

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Il fatto che i raggi verdi, violetti, aranci, passati di nuovo in un prisma, non si possono separare in altri raggi costituenti, in apparenza diversi

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spiegarlo ammettendo anche che la luce fosse composta di un maggior numero di raggi colorati semplici. Il corpo O (Figura 13) è di color blù, ossia decompone

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I raggi assorbiti sono indicati a sinistra dalle lettere g, r, b, che sono le iniziali dei nomi dei raggi gialli, rossi, blù. Sommando a destra e a

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Siano P Q due corpi rosso e blù, che si mescolano. I raggi colorati, ossia i raggi riflessi da questi corpi sono indicati in punta delle freccie

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Raggi chimici e raggi caloriferi contenuti nella luce. — Nella luce, oltre i raggi che producono i colori, si trovano altri raggi, di cui alcuni

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Questa maggiore rifrangibilità dei raggi chimici o attinici è di un grave ostacolo alla produzione di un’immagine fotografica ben nitida. Infatti i

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La diversa rifrangibilità di questi raggi li fece facilmente scoprire nello spettro solare col mezzo di sostanze appropriate. La figura n° 12 ci fa

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chimico trovandosi presso i raggi colorati meno luminosi, i raggi blù, violetti, mentre il minore effetto è presso i raggi più luminosi, i raggi gialli

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Ma se il sole manderà i suoi raggi verso la piccola apertura, per cui la luce penetra nella camera oscura, in modo che i raggi solari vengano a

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Un fascio di raggi, che cada sopra una lamina di vetro a facce parallele, sotto l’angolo di polarizzazione, l’attraversa polarizzandosi parzialmente

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Fochi, o immagini delle lenti convergenti. — Tutti i raggi che partendo da un punto A, e che, venendo a cadere sopra una lente LL, l’attraversano

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Finalmente, se si avvicina maggiormente l’oggetto alla lente, i raggi che escono dalla lente, non solo non vanno più a passare per un punto posto

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Infatti, sia o un punto luminoso, i raggi incidenti o l formando colla perpendicolare C n, tirata dal centro di curvatura della lente, un angolo più

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, che deriva dalla loro figura sferica, in virtù della quale i soli raggi vicinissimi all’asse possono concorrere sensibilmente in un punto comune. Ciò

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Per far ben comprendere in che consista un tal difetto delle lenti, sia la lente m n esposta ai raggi del sole, i raggi rifratti saranno più o meno

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lente non si ha riguardo che ai raggi aranci e violetti, non potendosi con due soli vetri diversi riunire più di due raggi diversi. Per ottenere una

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angolare di una lente. Si intende per quest’ultima l’angolo del fascio di raggi convergenti trasmesso dalla lente, od in altri termini il rapporto del

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Sia la retta AB, avanti cui si pone la lente mn col diaframma SS, i raggi che partono dalla retta non possono tutti arrivare alla lente, ma solamente

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una massa di raggi laterali, che cadendo nella lente produrrebbero una quantità di aberrazioni e di interferenze luminose; così, per es., quei raggi

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(a) I fotografi dicono campo della camera oscura la base del cono che formano i raggi dopo di avere attraversato la lente, la qual base trovasi nel

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1° Prendasi del vetro flint leggero, ossia poco denso, e suppongasi che x sia quella parte dello spettro in cui i raggi visuali hanno la loro massima

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l’asse, e formano, dopo la loro emergenza, un cono di raggi, la cui base è hK, ed il cui vertice è in f'. L'angolo in questo vertice f è

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I raggi che partono dal punto p, e che cadono sulla lente anteriore AB dell’oggettivo ABDE, sono rifratti in modo, che senza il diaframma mm

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In conseguenza della mancanza di uno stretto parallelismo nei raggi solari, ed in conseguenza delle imperfezioni del condensatore (che non è corretto

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I raggi che vengono dallo spazio del cielo fg passano pel punto trasparente P, e formano un pennello divergente da P, che copre la lente FG ed ha il

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dei raggi luminosi in esso.

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Sia AB un oggetto posto avanti all’occhio; i raggi di luce divergenti dai punti AB saranno resi convergenti dalla rifrazione nell’umor acqueo che li

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Cammino dei raggi luminosi nell’occhio. — Da ciò che abbiamo detto l’occhio può assai bene paragonarsi ad una piccola camera oscura.

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i raggi che vengono dall’oggetto AB, sarà sulla retina e rovesciata.

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, imperocchè esso da alcuni raggi colorati, come p. es. dai raggi gialli e verdi, viene più presto impressionato che non il ioduro di argento. Sembra

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Il ioduro d’argento è principalmente quello che comunica allo strato la sua sensibilità verso i raggi luminosi. Questa sensibilità viene grandemente

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(a) I vetri gialli si debbono esperimentare se siano di buona qualità, cioè se siano capaci di arrestare i raggi fotogenici. Il fotografo colle sue

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, indipendentemente dai cambiamenti atmosferici, che coll’alterare la qualità della luce hanno per effetto di alterare la rifrangibilità dei raggi, e così variare la

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, o quanto meno di modificarlo così fattamente da renderlo inattaccabile dai raggi luminosi, insensibile alla loro azione riducente.

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Si termina lavando la prova per mezz’ora nell’acqua per renderla affatto inattaccabile dai raggi luminosi, e dall’azione del tempo. Una debole

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